Testo, costumi e regia di Maria Inversi
Con Maria Teresa Pintus
Luci di Angelo Ugazzi
Foto di Romolo Belvedere
Musiche di Franz Schubert, Dimitri Shostakovich, Gorge Crumb, Vaso Pateidl, Jaroslaw Sveceny, Giya Kancheli, Sofia Gubaidulina, Lou Reed, Farid Farjad
Il testo affronta il difficile tema della violenza fisica che troppe donne nel mondo subiscono. Il personaggio, per il carattere stesso del tema, non ha alcuna connotazione geografica, parla alcune lingue ed è colta in scena nella fase dello shock che l'ha privata della memoria. Memoria che riconquisterà lentamente con il ritrovamento di un diario adolescenziale e di alcuni svariati oggetti che appartengono all'universo femminile e alla vita di un'attrice. E' solo verso la fine che conosceremo le ragioni della sua momentanea perdita di memoria e il suo giustificato e consequenziale desiderio di cambiamento. Ed è proprio attraverso la perdita e il recupero della memoria che il personaggio femminile mostra tutta la sua fragilità, la sua forza, il suo coraggio, la sua voglia di vivere. Il testo non ha nulla a che fare con il fatto di cronaca, ma con il sogno infranto della sessualità vissuta attraverso il desiderio e l'amore e dove, nel corpo-luogo di accoglienza dell'altro/a, dovrebbero trovare posto solo la gioia e la libertà. Con il suo corpo libero, la donna libera energie arcaiche, può conoscere forme alte di erotismo ben lontano da volgarità e materialità. Il cuore adolescenziale, batte sempre, attraversa i nostri giorni, il nostro tempo nel ricordo, nella dimenticanza. Il testo è stato scritto su varie sollecitazioni. Due delle donne, di cui ho raccolto la testimonianza, hanno dichiarato che durante lo stupro pensavano all'anima: "quella non me l'hanno rubata"